Visita virtuale al Castello di Aymavilles, ottava Perla della collana dei castelli valdostani

14.05.2022

Dopo anni di lavori apre finalmente le sue porte il Castello di Aymavilles, presenza inconfondibile nel paesaggio valdostano all'imbocco della valle di Cogne.

Dopo anni di lavori apre finalmente le sue porte il Castello di Aymavilles, presenza inconfondibile nel paesaggio valdostano all'imbocco della valle di Cogne.

Parliamo di un edificio che ha subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti che lo hanno portato ad avere l'aspetto odierno. Responsabile di questi cambi di gusto è la celeberrima famiglia Challant, alla quale è dedicata una sala, fino alla metà del XIX secolo proprietaria del castello, e alla quale si devono i tre aspetti caratteristici del maniero: medievale per le quattro torri, barocco per le bianche facciate e ottocentesco negli eleganti interni. Risale già al 1207 la notizia di una casaforte cinta di mura di proprietà dei signori De Amavilla. Nel XIV Aimone di Challant gli diede un'immagine più austera e il figlio Amedeo aggiunse le torri che possiamo vedere ancora oggi. L'aspetto esterno attuale risale all'imponente intervento settecentesco, un radicale rifacimento voluto dal barone Joseph-Félix de Challant, che inserì gli elementi tardo barocchi, le decorazioni in stucco e lo scalone esterno.

Nel 1804 Philippe Maurice de Challant, non avendo eredi maschi, lasciò i suoi beni alla nipote Teresa: il figlio Vittorio trasformò il castello in un piccolo museo privato per le sue collezioni di arte e di antichità e fu il promotore di una grande campagna decorativa che coinvolse gran parte degli ambienti del castello, e che oggi possiamo ammirare grazie ad un sapiente lavoro di restauro. Alla sua morte, avvenuta senza figli nel 1857, il castello passò in mani diverse: nel 1870 il conte Clemente Verasis Asinari di Castiglione, appartenente ad una nobile famiglia astigiana, acquistò il castello dalla vedova del marchese Carlo Faussone di Montaldo, che a sua volta lo aveva ereditato dal conte Cacherano della Rocca Challant. Nel 1895 il conte Verasis, indebitato e senza discendenti, rivendette il castello all'industriale genovese Raffaele Bombrini. Una sala è dedicata a questa famiglia con molteplici fotografie esposte, provenienti dall'archivio Bombrini, che mostrano l'ascesa della borghesia imprenditoriale, la moda per la villeggiatura in montagna tra Otto e Novecento, e molteplici momenti di vita quotidiana che spaziano da attimi spensierati nel giardino del castello, alla vendemmia, alla caccia, alle gite fuori porta in Valle. I Bombrini furono proprietari del maniero fino al 1970, anno in cui fu acquistato dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta.

Al piano rialzato il castello racconta proprio la storia dei suoi proprietari, mentre a partire dal primo piano il progetto museale prevede l'esposizione, per la prima volta, della raccolta dell'Académie Saint-Anselme, formatasi a partire dal 1855, coerentemente con la destinazione storica assegnata al castello dagli ultimi Challant nel corso dell'Ottocento, cioè esprimendo al meglio l'amore per il collezionismo che deve aver animato Vittorio Cacherano. In assenza della collezione del conte, andata dispersa negli anni in cui la raccolta dell'Académie prendeva forma, le sale tornano a rivivere con le sue opere, nell'intento di ricreare quella sorta di casa museo di cui il proprietario del castello doveva andare fiero. Tra le opere più importanti della variegata collezione dell'Académie figurano l'altorilievo raffigurante Santa Caterina, attribuito alla bottega di Stefano Mossettaz, e i tre capitelli provenienti dalla chiesa di San Francesco ad Aosta.

È necessario osservare con attenzione le decorazioni che impreziosiscono il castello invadendo tutti gli spazi a disposizione comprese le porte dipinte minuziosamente con soggetti che attingono a diverse fonti: castelli medievali, animali, cavalieri, figure cinesi, Napoleone la sua armata e l'esilio...

Girovagando tra le stanze del castello si potranno notare le varie fasi costruttive dell'edificio, ben evidenziate e messe in risalto dal sapiente restauro architettonico.

Al termine della visita si raggiungerà il sottotetto dove plastici e apparati multimediali aiuteranno a capire meglio l'evoluzione architettonica e le vicende costruttive di questo complesso, ma soprattutto dove si può ammirare dal vivo la complessa e articolata carpenteria lignea quattrocentesca ancora perfettamente conservata, che sorregge la copertura in lastre di pietrame del castello e rappresenta uno dei pochi esempi dell'attività dei mastri carpentieri operanti in Valle nel corso del tardo Medioevo.

Fonte:https://aostasera.it/rubriche/alla-scoperta-dei-castelli-valdostani/castello-di-aymavilles-orari-biglietti-e-prenotazioni/